Alcuni studiosi si concentrano sull’influsso cananeo su letteratura ebraica e Bibbia
I ritrovamenti epigrafici che risalgono a partire dal 1929 a Ras Šamra-Ugarit sono al centro di una disputa e di diverse analisi tra gli esperti del settore.
Alcuni ricercatori hanno individuato attinenze linguistiche, letterarie e stilistiche negli scritti individuati sulle tavolette, che riportano brabi in sumero, accadico e hurrita.
I reperti contengono testi letterari, di preghiere, incantesimi e scritti sapienziali.
Alcuni ritrovamenti sono strettamente attinenti ad argomenti biblici, e mostrano indizi di un’origine poetica, che, secondo i sostenitori di questa scuola di pensiero, avrebbero influenzato lo stile proto-ebraico, lasciando tracce nell’ebraico biblico e anche nei testi aramaici.
Nella zona sud dell’area degli scavi, nel corso della XXII campagna di ricerca archeologica svolta nel 1959, è stata rinvenuta una biblioteca di testi in accadico, con una ricchezza di letteratura relativa a proverbi, ammonimenti, e composizioni poetiche, anche circa il Giusto Sofferente, che non si può non collegare con la Bibbia.
Queste tavolette confermerebbe, a detta di una parte dei ricercatori specializzati, l’inserimento in Proverbi, vicenda del Diluvio e nel libro di Giobbe, redatti in tempi post-esilici, contenuti di ispirazione siro-cananea.
Analizzando il Libro di Giobbe, gli esperti riscontrano alcuni aramaicismi, che smentirebbero un’origine precedente al VI secolo a.C. ma figurano in scarsa frequenza, e comunque sono contenuti anche in antichi dialetti cananei.
Il Prologo e l’Epilogo del Libro di Giobbe, poi, rivelano un substrato epico che consente l’ipotesi di un’origine poetica. A ciò si aggiunga anche che la natura del sacrificio descritto ad esempio in Gb 42,8 riporta maggiormente alla tradizione cananea che a quella israelita.
Anche la provenienza dell’amico di Giobbe, Bildad lo Shuhita, e ritenuta in Suhu, che era un centro cananeo del nord, fin dal II millennio a.C.
Il legame tra la lingua proto-ebraica e i dialetti cananei viene analizzata con perizia da Massimo Baldacci nella sua opera «La scoperta di Ugarit. La città-stato ai primordi della Bibbia».